Riflessioni per Nutrire l'Anima

Spiritualità & Filosofia

Riflessioni per nutrire l’anima

2019-05-10 07:33:26

Capita raramente nella vita di ricevere una carica spirituale inaspettata da una persona che è l’ultima considerata nella società, ma forse la prima nell'universo del Bene.

Martedì mattina, come quasi ogni giorno, stavo facendo la mia camminata prima di iniziare la giornata di lavoro. Procedevo pensieroso, appesantito da un giudizio di una persona cara e cercando nella testa i darmi una motivazione per superare lo scoglio mentale. Guardavo per terra, quasi assente, e recitavo il mio rosario nel tentativo di trovare un aiuto. La giornata era umida e fredda e sentivo un brivido scorrere lungo la schiena.


All'altezza della piazzetta attorno alla chiesa intravedo il solito uomo in difficoltà che incontro nel mio itinerario.

Ricordo di aver emesso un sospiro. Si tratta di una conoscenza consolidata che cerco di accogliere con qualcosa da mangiare o una moneta.

E’ una persona segnata dalla vita, molto gentile. Abitualmente si manifesta come un’anima in pena che rincorrere l’uno o l’altro chiedendo un aiuto.


Quel martedì, assorto com'ero nei miei pensieri, di colpo me lo sono trovato davanti. Mi ha chiesto di pagargli il caffè ed io, meccanicamente, ho aperto la tracolla alla ricerca delle due scatole di metallo che tengo a portata di mano contenenti le caramelle alla melissa. Ricordo che porgendogli due caramelle ha commentato in modo favorevole dicendo: “due caramelle, bene, grazie”.



Di solito il congedo tra me e lui è rapido ma significato: io gli porgo qualcosa e lui mi ringrazia augurandomi una buona giornata.


Martedì è andata in modo differente; dopo avergli dato le caramelle, mi ha guardato e mi ha chiesto:


“come stai? ”


E’ stato un domandare in forma garbata, molto dolce, che mi ha ricordato mia madre quando mi trovavo in difficoltà.


All'improvviso mi sono svegliato dal torpore e mi sono accorto di quanto bene mi aveva fatto ricevere quella domanda.

Ero anche  sorpreso perché di solito sono io che mi informo come sta la persona indigente per capire se posso essere di aiuto.


Quel giorno, quel cambio di ruoli mi ha risuonato come una benedizione

I nostri sguardi si sono incrociati e il suo volto luminoso mi ha riempito il cuore.


Mi sono sentito come rinascere, la mia testa ha cominciato a riflettere sul quel tenero gesto, e ho provato una immensa gratitudine.


Andando oltre, mentre le fronde del viale si muovevano in sincronia “quasi a festa”, camminavo sopra i sampietrini del selciato riflettendo sull'accaduto.


Il mio incedere era cambiato; più leggero e non sentivo più il freddo dietro la schiena.


Ho pensato che i poveri mancano di beni materiali, ma hanno l’animo colmo di spiritualità.

Nella loro vita essenziale riescono a cogliere le sfumature, mentre noi, io per primo, pieno di cose, rischio di perdermi la poesia che si cela dietro i semplici gesti.


Allora ho ricordato le parole del vangelo, nel capito delle beatitudini, quando Cristo nel discorso della montagna dice: 

beati voi poveri perché vostro è il regno di Dio”.


La povertà materiale porta la persona in difficoltà a ricordare e ad affidarsi con più slancio nelle braccia di Cristo e quindi  apre le porte del Paradiso.


Un caro saluto a tutti.

Antonio


by Antonio Masoch